L’Italia nel Bicchiere Umbria
Buon 2022 a tutti i nostri lettori!
Inizia un nuovo anno che ci auguriamo possa essere ricco di tante iniziative e possibilità di incontri, per guidarvi nei nostri percorsi di degustazione.
Riprendiamo in nostro format l’Italia nel bicchiere presentandovi l’Umbria.
Iniziamo con l’elencare per dovere di cronaca le denominazione della regione che sono 2 DOCG: Sagrantino di Montefalco e Torgiano Rosso Riserva; e 13 DOC : Amelia, Assisi, Colli Altotiberini, Colli del Trasimeno, Colli Martani, Colli Perugini, Lago di Corbara, Montefalco, Orvieto, Rosso Orvietano, Spoleto, Todi, Torgiano.
Dal punto di vista storico, l’enologia umbra fa risalire le sue origini al periodo Etrusco, ma in questa sede ritracceremo solo le tappe più recenti del prestigio vinicolo dell’Umbria. Negli anni 60 del secolo scorso la nascita della moderna enologia coincide con l’impresa di Giorgio Lungarotti e della sua famiglia. Daniele Cernilli (un critico italiano) dice di lui “fu questo personaggio a realizzare a Torgiano una vera cattedrale nel deserto, inventandosi una denominazione ed un vino, il Rubesco, che esordì con l’annata 1964 e che per una decina di anni almeno portò in giro per il mondo pressoché in solitudine l’immagine dei vini di qualità dell’Umbria”. Questo fu forse il motore che spinse questa regione a ridare lustro ai propri prodotti enologici. Il Sagrantino di Montefalco seguì la scia del prestigio nella versione secca e passita. I vini bianchi di Orvieto, territorio spesso paragonato ai terroir francesi, che nella versione muffata (il microclima permette alla Muffa Nobile di svolgere egregiamente il suo lavoro) regalano emozioni uniche ai nostri palati.
Una piccola denominazione poco conosciuta però merita la nostra curiosità: Vernaccia di Cannara. Questo vino dolce dal colore rubino scuro prende il nome da Vernum (inverno) in quanto la pigiatura e la conseguente vinificazione avviene in questa stagione e non in autunno, dopo il necessario periodo di appassimento; o forse da Vernaculum (del posto), ipotesi accreditata da molte altre Vernacce esistenti in Italia, che nulla hanno a che fare con quella di Cannara (la vernaccia di San Gimignano, di Oristano, di Serrapetrona). Oggi viene prodotta con uva cornetta, ma un tempo erano molte le varietà impiegate, come dimostra questo passaggio di Giulio Baldaccini (Relazione sulle Condizioni agricole ed economiche del territorio di Cannara, Foligno, 1882):
Eccellente è la così detta vernaccia di Cannara, vino che usa farsi con uve appassite, alle quali vien mescolata una certa quantità di Sacrantino o Tintarolo che imparte un colore rosso rubino. La vernaccia è un vino ordinariamente dolce o abboccato, perché fatto con i soli acini dell’uva, i quali dopo essere stati franti vengono posti entro i tini ove si fan fermentare per un tempo più o meno lungo, a seconda delle condizioni termiche dell’atmosfera, del maggiore o minore grado di dolcezza che ad esso si vuol dare, o fino al momento in cui ha acquistato il suo colore rubino trasparente.
Oggi vi porteremo a degustare 2 vini di cui un blasonatissimo Sagrantino e un meno nobile, ma degno di nota IGT.
Rossobastardo®, IGT Umbria Rosso 2017, vol.13,5°
Per la produzione del Rossobastardo® vengono selezionate a mano il 30% delle uve provenienti dalle vigne di proprietà: Sangiovese, Merlot, Cabernet ed un vitigno autoctono umbro surmaturo. La fermentazione avviene ad una temperatura controllata, preceduta da crio-macerazione pre-fermentativa attraverso le migliori tecnologie nel rispetto della tradizione. Dopo la svinatura, il vino viene lasciato decantare in tini di acciaio. Svolge, poi, la fermentazione malolattica in legno, prima di affrontare l’affinamento.
Colore: rosso rubino sufficientemente intenso
Naso: arriva subito la frutta con delle amarene in confettura, è piacevolmente speziato con evidenti sentori di chiodi di garofano e anice stellato.
Gusto: confermate le note olfattive, supportate da un tannino equilibrato e spigoloso. Fresco e di grande bevibilità.
Il vino è stato abbinato a dei tortellini bolognesi ripieni alla mortadella Favola, Parmigiano Reggiano DOP 24 mesi e Prosciutto crudo 18 mesi in brodo di cappone aromatizzato con curcuma, pepe, chiodi di garofano e fettine di zenzero fresco.
Abbinamento perfetto!
Sagrantino di Montefalco DOCG, Fattoria Colleallodole, 2014, vol 15°
L’Azienda, a conduzione familiare nasce grazie al Cavaliere Milziade Antano, una delle figure di riferimento nella storia del Sagrantino. La cantina vanta alcune delle vigne più belle del comprensorio, come l’ormai famoso cru Colleallodole il cui nome è ispirato alla migrazione delle allodole, che nel mese di Ottobre attraversano da sempre i poggi e i declivi di queste colline. La vendemmia è manuale, la fermentazione in acciaio è spontanea con la presenza di soli lieviti indigeni, l’affinamento è di 37 mesi di cui 16-18 in botte grande (rovere) e 4-6 in bottiglia.
Colore: Rosso rubino scuro ed impenetrabile, con un unghia leggermente ramata
Naso: note intense di confettura frutta rossa, more e ciliegie, ribes e prugne, finale speziato (tabacco, cuoio)
Gusto: Una traccia di tabacco, di liquirizia e di cuoio apre ad un assaggio armonico, decisamente tannico ma non aggressivo (il tannino è perfettamente maturo e rotondo), complessivamente di gran corpo. Lunghissimo, chiude con un finale di grande eleganza, sul frutto.
Contattateci via mail prenotare il vostro giro nel bicchiere dell’Umbria.