Il Picolit è un vitigno a bacca bianca originario della regione Friuli Venezia Giulia, nel nord-est dell’Italia. È noto per la produzione di vini dolci da dessert, spesso realizzati in stile passito, il che significa che le uve vengono essiccate per concentrare zuccheri e aromi. I vini Picolit hanno un profumo caratteristico di miele, mela cotogna e albicocca e un gusto complesso e raffinato.
La storia del Picolit risale al XVIII secolo, quando fu coltivato per la prima volta dal conte Fabio Asquini, che possedeva una vasta tenuta nel territorio di Rosazzo la zona. Rimase colpito dalla qualità e dalla particolarità del vino locale, chiamato Perpetuum, e decise di migliorarlo aggiungendo del brandy e invecchiandolo in botti di legno. Selezionò anche le migliori uve del vitigno Picolit, noto per la sua bassa resa e gli acini piccoli, e diede il nome al vino. Esportò il suo vino Picolit in molte corti europee, dove fu molto apprezzato e lodato. Il Picolit divenne simbolo di prestigio ed eleganza ed era considerato uno dei vini più pregiati al mondo. Tuttavia, la popolarità del Picolit diminuì nel XIX e XX secolo, a causa di diversi fattori, come l’epidemia di fillossera, le due guerre mondiali e il cambiamento dei gusti dei consumatori. La produzione del Picolit divenne molto limitata e costosa, e l’uva era quasi estinta. Fortunatamente alcuni produttori, come la famiglia Perusini, hanno investito nella preservazione e nel miglioramento del vitigno Picolit, sviluppando nuovi cloni più resistenti e produttivi, ma comunque fedeli alle caratteristiche originali. Hanno anche sperimentato diversi stili di vinificazione, come la vendemmia tardiva e i vini secchi, per mostrare la versatilità e il potenziale del Picolit.
Oggi, il Picolit è riconosciuto come vino DOCG, il che significa che ha il più alto livello di qualità e autenticità in Italia. . Viene prodotto principalmente nella zona dei Colli Orientali del Friuli, dove il terreno e il clima sono ideali per l’uva.
Cos’ha di speciale?
Il Picolit è un vitigno che produce pochi germogli a causa di una malattia genetica chiamata stenospermocarpia, data dal fatto che la parte maschile della pianta è sterile – si affida quindi all’impollinazione da parte di api e farfalle – il che significa che i semi sono piccoli e abortivi, e le bacche sono prive di semi o parzialmente seminate.